In base all’articolo 32 del Regolamento (CE) N. 810/2009 che stabilisce un codice comunitario dei visti, il visto potrebbe essere negato se il richiedente:

  • presenta un documento di viaggio falso, contraffatto o alterato
  • non fornisce una giustificazione chiara riguardo allo scopo e alle condizioni del soggiorno previsto
  • non dimostra di avere mezzi finanziari sufficienti per la durata del soggiorno e per il ritorno nel paese di origine o di residenza, o per il transito verso un altro paese nel quale è garantita l’ammissione, oppure non è in grado di ottenere legalmente tali mezzi
  • ha già trascorso tre mesi, nel periodo di sei mesi in corso, nel territorio degli Stati membri con un visto uniforme o con validità territoriale limitata
  • è segnalato nel SIS per non essere ammesso
  • è considerato una minaccia per l’ordine pubblico, la sicurezza interna o la salute pubblica, come definito nell’articolo 2, paragrafo 19, del codice frontiere Schengen, o per le relazioni internazionali di uno degli Stati membri e, in particolare, è segnalato nei database nazionali degli Stati membri per non essere ammesso per gli stessi motivi
  • non dimostra di avere un’assicurazione sanitaria di viaggio adeguata e valida, se applicabile
  • se ci sono dubbi ragionevoli sull’autenticità dei documenti presentati dal richiedente o sulla veridicità del loro contenuto, sulla affidabilità delle dichiarazioni fatte dal richiedente o sulla sua intenzione di lasciare il territorio degli Stati membri prima della scadenza del visto richiesto

Che cos’è il SIS?

Il Sistema d’Informazione Schengen (SIS) è una banca dati condivisa tra i Paesi dell’Unione Europea, utilizzata per garantire la sicurezza e la gestione delle frontiere in Europa. In particolare, il SIS può contenere informazioni su cittadini stranieri al di fuori dell’UE al fine di prevenire il loro ingresso nell’Unione Europea.

Ad esempio, nel SIS possono essere inserite le seguenti informazioni:

  • persone condannate a almeno un anno di carcere o sospettate di commettere reati gravi
  • individui che hanno violato le norme sull’ingresso o il soggiorno nei Paesi membri
  • stranieri a cui è stato negato o revocato il permesso di soggiorno e sono stati espulsi

Queste informazioni possono essere consultate dagli altri Stati membri per il rilascio di visti e documenti di soggiorno. Per essere cancellati dal SIS, è necessario presentare una richiesta all’autorità che ha inserito le informazioni.

Visto turistico e rischio migratorio:

Per ottenere il visto turistico è necessario che l’autorità diplomatica verifichi che lo straniero abbia:

  1. la documentazione corretta che confermi le motivazioni e le condizioni del soggiorno
  2. mezzi economici sufficienti per il proprio sostentamento in Italia e per il ritorno nel proprio Paese

Saranno inoltre effettuati accertamenti sulla situazione personale del richiedente nel suo Paese di origine, inclusa la stabilità lavorativa.

È importante che il richiedente dimostri un reale interesse a tornare nel proprio Paese e che la richiesta di visto turistico non sia solo un pretesto per rimanere in Italia. Le richieste presentate da individui senza lavoro o senza legami nel proprio Paese hanno maggiori probabilità di essere respinte, poiché le Ambasciate devono prevenire il rischio migratorio.

Il motivo principale per cui le Ambasciate possono negare la richiesta di visto è il rischio migratorio, poiché ritengono che la richiesta sia finalizzata a rimanere in Italia. Per ottenere informazioni dettagliate sui documenti necessari, è possibile simulare la richiesta direttamente sul sito del Ministero degli Esteri, specificando la propria cittadinanza, il paese di residenza stabile, la durata e la motivazione del soggiorno in Italia. In questo modo si otterranno le indicazioni sui documenti richiesti per ciascun tipo di visto.

Cosa fare in caso di rigetto?

In caso di rifiuto del visto di ingresso, è possibile presentare un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale (T.A.R.) entro 60 giorni dalla notifica della decisione.

Il ricorso deve essere presentato da un avvocato italiano iscritto all’albo e deve contenere i seguenti elementi:

  1. indicazione del Tribunale competente
  2. dati anagrafici del ricorrente
  3. provvedimento impugnato
  4. motivazioni del ricorso
  5. richiesta di annullamento del provvedimento

Le motivazioni devono dimostrare l’illegittimità o l’ingiustizia del rifiuto del visto, ad esempio dimostrando di possedere i requisiti necessari, di non avere intenzioni migratorie o di avere legami con il proprio paese di origine. Se il ricorso viene accettato, il rifiuto del visto viene annullato e il richiedente otterrà il visto di ingresso.

Quali sono i modi per dimostrare che il rifiuto del visto è illegittimo o ingiustificato?

Per dimostrare che il diniego del visto è illegittimo o ingiustificato, il richiedente deve presentare al tribunale le prove necessarie a supporto delle proprie ragioni. Queste prove possono consistere in documenti ufficiali, testimonianze di terze parti o perizie.

Ad esempio, se il diniego è motivato dalla mancanza dei requisiti necessari, il richiedente può fornire al tribunale la documentazione che attesti il possesso di tali requisiti. Se il diniego è basato su presunti rischi per l’ordine pubblico o la sicurezza nazionale, il richiedente può presentare prove che dimostrino la sua innocuità in tal senso.

Nel caso di un diniego del visto per ricongiungimento familiare, è consigliabile consultare un avvocato specializzato in diritto dell’immigrazione per ottenere informazioni dettagliate sulle possibilità di presentare un ricorso e per ricevere assistenza nella redazione del ricorso e nella dimostrazione della fondatezza delle motivazioni.

Quanto tempo è necessario per ottenere il visto di ingresso?

I tempi previsti dalla legge variano a seconda del tipo di visto e spesso anche dalla nazionalità del richiedente. Per i visti Schengen (per brevi soggiorni) sono necessari 15 giorni, con la possibilità di proroga in casi specifici fino a un massimo di 60 giorni (articolo 23, comma 3, del codice dei visti).

Per i visti nazionali (per lunghi soggiorni), se la richiesta è considerata ricevibile e dopo gli accertamenti previsti, la Rappresentanza diplomatico-consolare rilascia il visto entro 90 giorni dalla richiesta (30 giorni per lavoro subordinato, 120 per lavoro autonomo).

Cosa succede se il mio visto scade mentre mi trovo in Italia?

Se il visto scade mentre ci si trova in Italia, si rischia una multa da 5.000 a 10.000€ secondo l’art. 10 bis D.Lgs 286/98. Inoltre, è possibile che venga emesso un decreto di espulsione per la permanenza irregolare nel paese.

Quali sono le autorità che possono concedere il visto di ingresso?

Le autorità italiane (Ambasciata o Consolato) situate nel Paese di provenienza.

Si può trasformare il visto turistico in un permesso di soggiorno? Solo in alcuni casi specifici.

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