Se un cittadino straniero è nato in Italia e ha vissuto legalmente nel paese senza interruzioni fino al compimento del 18° anno di età, può ottenere la cittadinanza italiana se dichiara la sua volontà di acquisirla entro il compimento dei 19 anni.
Secondo il comma 2 dell’articolo 4 della legge n. 91/92 “lo straniero nato in Italia che ha risieduto legalmente senza interruzioni fino al compimento della maggiore età può diventare cittadino italiano se entro un anno dalla suddetta data dichiara di voler acquisire la cittadinanza italiana”.
La richiesta di cittadinanza non può essere inviata online come le altre richieste, ma deve essere presentata di persona presso l’Ufficio dello Stato Civile del Comune in cui si vive.
Quali documenti servono?
Per richiedere la cittadinanza italiana è necessario presentare la seguente documentazione:
- estratto per riassunto di nascita che attesti la nascita in Italia
- copia del versamento del contributo di 250,00€ al Ministero dell’Interno
- passaporto e permesso di soggiorno in corso di validità
- certificato storico di residenza fino ai 18 anni per verificarne la residenza ininterrotta
Se il Comune di residenza non ha avvisato il neomaggiorenne della possibilità di acquisire la cittadinanza italiana, è comunque possibile presentare la richiesta anche dopo un anno dal compimento della maggiore età.
Prima di iniziare la procedura per ottenere la cittadinanza, è importante controllare le procedure del Comune in cui si risiede per quanto riguarda la presentazione della domanda. È necessario verificare se è necessario fissare un appuntamento, se è possibile inviare la richiesta tramite canali alternativi come la PEC, l’e-mail o la raccomandata postale.
Cosa si intende per residenza ininterrotta?
Il requisito della residenza legale, come definito dal Legislatore, ha un significato molto ampio. Più precisamente, si tratta della permanenza continua in Italia dalla nascita fino al raggiungimento della maggiore età, riducendo così la necessità del requisito di “legalità amministrativa”, più difficile da dimostrare e controllare per il neomaggiorenne.
Questa interpretazione, sviluppata dalla giurisprudenza e successivamente adottata dal legislatore, permette di dimostrare la presenza in Italia non solo attraverso la costante registrazione anagrafica (per almeno 18 anni), ma anche tramite la presentazione di documentazione diversa.
La giurisprudenza ha chiarito che la residenza deve essere intesa come dimora abituale ai sensi dell’art. 43 c.c., che può essere dimostrata con qualsiasi mezzo anche se non coincide con quella anagrafica, poiché i dati anagrafici sono solo una presunzione.
Come si dimostra la residenza ininterrotta?
Per dimostrare la residenza ininterrotta in Italia, si possono utilizzare documenti come:
- la documentazione scolastica (iscrizione alle scuole elementari, medie e superiori)
- il libretto pediatrico delle vaccinazioni
- la documentazione medica
- i corsi extra-scolastici, ecc..
Per quanto riguarda la regolarità amministrativa (possesso di permesso di soggiorno), il D.L. n. 69/2013, all’articolo 33, stabilisce che eventuali inadempimenti dei genitori o degli uffici della Pubblica Amministrazione non sono imputabili all’interessato, che può dimostrare il possesso dei requisiti con qualsiasi altra documentazione idonea. La giurisprudenza ha confermato che la regolarità o irregolarità amministrativa dei genitori non influisce sul diritto del neomaggiorenne di ottenere la cittadinanza italiana, a condizione che sia dimostrata la presenza ininterrotta in Italia fino alla maggiore età con qualsiasi documento idoneo.
Cosa succede se la richiesta non viene accettata o viene respinta?
L’Ufficiale di Stato Civile del Comune in cui è stata presentata la richiesta di acquisto della cittadinanza deve emettere un provvedimento formale che può essere:
- positivo: conferma che il richiedente soddisfa i requisiti di legge e dichiara l’acquisizione della cittadinanza italiana con l’annotazione sui registri
- negativo: stabilisce che il richiedente non soddisfa tutti i requisiti e respinge la richiesta
Si noti che in caso di respingimento è possibile fare ricorso all’Autorità Giudiziaria, competente il Tribunale della sezione specializzata in materia di immigrazione, protezione internazionale e libera circolazione dei cittadini dell’Unione europea nel luogo in cui il richiedente risiede, con un ricorso ex art. 702 bis cpc.
La stessa tutela è garantita anche nei casi in cui la Pubblica Amministrazione non abbia emesso un provvedimento entro un tempo congruo (ad esempio, entro 180 giorni come previsto dalla Legge), in tal caso si potrà fare ricorso per ottenere un’accertamento del diritto alla cittadinanza.
Per ottenere la cittadinanza, il neo diciottenne deve possedere il permesso di soggiorno?
Il possesso del permesso di soggiorno non è necessario per ottenere la cittadinanza, come specificato nell’articolo 33 del DL 69/2013. Il titolo di soggiorno in corso di validità non è un requisito indispensabile per ottenere lo status di cittadino.
È possibile che il bambino nato in Italia da genitori senza permesso di soggiorno possa ottenere la cittadinanza?
Il bambino nato in Italia da genitori senza permesso di soggiorno può comunque ottenere la cittadinanza italiana. Non è richiesta la regolarità del soggiorno dei genitori, ma è necessario che il bambino risieda legalmente in Italia dal momento della nascita fino al compimento del diciottesimo anno di età, insieme alla dichiarazione di voler acquisire la cittadinanza entro il diciannovesimo anno.
Mio figlio è nato in Italia, ma per ragioni personali abbiamo vissuto in un altro Paese per qualche anno. Può ottenere la cittadinanza?
Purtroppo no, poiché è richiesta la residenza in Italia fino al momento dell’acquisizione della cittadinanza.
Se mio figlio è nato in Italia ma il Comune non lo considera residente per un certo periodo, cosa dovrei fare?
Dovresti consultare un avvocato. Se il tuo bambino ha sempre vissuto in Italia ma la sua residenza è stata cancellata, è possibile dimostrare la sua presenza nel paese in altri modi. È consigliabile rivolgersi a un avvocato specializzato in immigrazione per risolvere questa situazione.