Sei senza documenti e convivi con un cittadino italiano ma non siete sposati? Possiamo richiederti il Permesso di Soggiorno per Convivenza
Il cittadino straniero che firma un contratto di convivenza con un cittadino italiano può chiedere il permesso di soggiorno per convivenza di fatto, ma il processo per ottenerlo non è immediato.
La legge Cirinnà (Legge n. 76/2016 del 20/05/2016) ha riconosciuto le unioni omosessuali e regolamentato le convivenze di fatto, che riguardano coppie maggiorenni – sia omosessuali che eterosessuali – che vivono insieme come se fossero sposate.
Il comma 36 dell’articolo 1 della medesima legge stabilisce che le convivenze di fatto sono costituite da due individui maggiorenni che vivono insieme in modo stabile, legati da un rapporto affettivo di coppia e da reciproca assistenza morale e materiale, senza essere legati da vincoli di parentela, affinità, adozione, matrimonio o unione civile.
Quali sono i diritti delle coppie di fatto:
- diritto di visita al partner in carcere
- diritto reciproco di visita, assistenza e accesso alle informazioni personali in caso di malattia o ricovero del partner convivente
- diritto al risarcimento del danno in caso di decesso del convivente di fatto derivante da fatto illecito di un terzo
- diritto del convivente di partecipare alla gestione e agli aiuti dell’impresa familiare del partner
- diritto di ricevere gli alimenti in caso di cessazione della convivenza di fatto, qualora uno dei due partner versi in uno stato di bisogno e non sia in grado di provvedere al proprio mantenimento
- ecc.
Qual è il procedimento per ufficializzare una convivenza di fatto?
Per ufficializzare una convivenza di fatto, è necessario presentare una dichiarazione all’ufficio anagrafe del Comune di residenza. La dichiarazione può essere firmata di fronte all’ufficiale d’anagrafe o inviata al Comune tramite fax o via telematica. Una volta formalizzata la convivenza, sarà possibile ottenere lo stato di famiglia che attesti la situazione.
Tuttavia, è importante sottolineare che, secondo la Legge Cirinnà e una sua interpretazione letterale, la dichiarazione anagrafica è un requisito fondamentale per dimostrare la convivenza. Di conseguenza, un cittadino extracomunitario irregolare non potrebbe stipulare una convivenza di fatto.
Ma come può un cittadino irregolare, non iscritto all’anagrafe, ottenere un permesso di soggiorno? Questo è ciò che andremo a scoprire insieme.
Prima di tutto, è fondamentale sottoscrivere il patto di convivenza di fronte a un avvocato o a un notaio. Grazie al contratto di convivenza, redatto in ottemperanza al comma 50 e seguenti della legge n. 76/2016, un individuo straniero può essere registrato all’anagrafe anche in assenza di un permesso di soggiorno.
Tuttavia, è da tenere presente che, nonostante la firma del contratto di convivenza, non vi è alcuna garanzia che i Comuni procedano con l’iscrizione all’anagrafe o che le Questure rilascino il permesso di soggiorno. Spesso, sarà necessario ricorrere all’autorità giudiziaria che, in base al patto di convivenza firmato, deciderà se accettare o meno la presenza legale dello straniero sul territorio nazionale.
Il decreto legislativo 30/2007, che implementa la direttiva 2004/38/CE riguardante l’ingresso e il soggiorno dei cittadini dell’Unione europea e dei loro familiari nei paesi membri, riconosce il diritto all’agevolazione dell’ingresso e del soggiorno anche al partner con cui “il cittadino dell’Unione abbia una relazione stabile debitamente attestata dallo Stato del cittadino dell’Unione”.
Secondo la giurisprudenza dei Tribunali italiani, è sufficiente un contratto di convivenza per registrare il proprio partner extracomunitario all’anagrafe. Sentenze emesse dai Tribunali di Bologna e Modena hanno confermato che “lo straniero ha diritto all’ingresso in Italia e al ricongiungimento con il partner italiano, se intrattiene con questi una stabile relazione, non registrata, ma debitamente attestata da documentazione ufficiale”. Di conseguenza, è stato possibile iscrivere anagraficamente il partner straniero senza permesso di soggiorno in base al diritto all’unità familiare.
Inoltre, i Tribunali italiani sottolineano che i requisiti per il riconoscimento della coesione familiare sono:
- la presenza di documentazione ufficiale che attesti risorse economiche adeguate
- una soluzione abitativa idonea
- un contratto di convivenza firmato davanti a un avvocato in qualità di pubblico ufficiale, che integri la “documentazione ufficiale” richiesta dalla normativa.
Di conseguenza, tutte le coppie effettivamente conviventi, con o senza regolare permesso di soggiorno, possono richiedere un permesso di soggiorno per convivenza di fatto, ottenendo la carta di soggiorno per familiare di cittadini dell’UE della durata di 5 anni. Questo perché le coppie di fatto sono considerate una famiglia a tutti gli effetti, e pertanto è importante garantirne l’unità.
Quali sono i metodi per dimostrare una relazione stabile?
La convivenza di fatto può essere comprovata attraverso vari mezzi, come testimonianze, fotografie, lettere e messaggi.
Documentazione:
Per stipulare il contratto di convivenza sono necessari i seguenti documenti:
- Passaporto del cittadino straniero
- Documento di riconoscimento del cittadino italiano
- Eventualmente, il “nulla osta” che attesti lo stato libero del cittadino straniero. Questo documento può essere richiesto presso l’Ambasciata o il Consolato del Paese di origine dello straniero presente in Italia
Per richiedere il permesso di soggiorno per convivenza di fatto, è necessario presentare in Questura i seguenti documenti:
- 4 foto
- Marca da bollo del valore di €16
- Copia dei documenti di identità
- Certificato di stato di famiglia e residenza/dichiarazione di ospitalità
- Registrazione presso il Comune di residenza della convivenza di fatto
- Documentazione che attesti il reddito familiare
- Versamento sul C/C 67422402 di € 80,46 per il permesso di due anni
Per ottenere un permesso di soggiorno per motivi familiari, è necessario seguire i seguenti passaggi:
- Stipulare un patto di convivenza
- Chiedere la trascrizione del contratto nei registri del Comune e l’iscrizione anagrafica
- Con l’iscrizione anagrafica e il patto di convivenza trascritto, richiedere il permesso di soggiorno presso la Questura
Qual è la durata del permesso di soggiorno per convivenza di fatto?
Il permesso di soggiorno rilasciato avrà una durata di 2 anni come permesso per motivi familiari, con possibilità di rinnovo. Tuttavia, il convivente ha diritto di ottenere la carta di soggiorno per familiare di cittadino dell’Unione, che ha una durata di 5 anni approfondimento qui
Posso stipulare un contratto di convivenza se sono separato ma non ancora divorziato?
No, è necessario aspettare il divorzio. Entrambi i partner devono essere legalmente liberi prima di poter firmare il contratto.
È possibile acquisire la cittadinanza italiana attraverso la convivenza?
No, per ottenere la cittadinanza italiana è richiesto il matrimonio o l’unione civile.
È obbligatorio dimostrare il reddito per stipulare il contratto di convivenza?
No, non è richiesto dichiarare il proprio reddito.
Sono in Italia mentre il mio compagno/a è all’estero, possiamo firmare un contratto di convivenza a distanza?
No, entrambi i partner devono essere presenti in Italia per stipulare il contratto di convivenza. Deve essere firmato di fronte a un avvocato.
E’ possibile firmare il contratto di convivenza anche con il visto turistico?
Sì, la firma del contratto è finalizzata all’ottenimento di un permesso di soggiorno. La regolarità o meno del soggiorno in Italia non è un requisito richiesto.
Nel caso in cui la convivenza venga interrotta, è possibile richiedere un assegno di mantenimento?
Sì, ma solo se il convivente si trova in una situazione di bisogno e non è in grado di sostenersi autonomamente (art. 1, comma 65, legge n. 76/2016). In queste circostanze, l’ex partner potrebbe essere obbligato a versare un assegno alimentare, il cui importo sarà proporzionale alla durata della convivenza.